giovedì 29 settembre 2011

Ludus

George Bernard Shaw disse "Non si smette di giocare perché si diventa vecchi, ma si diventa vecchi perché si smette di giocare" (ovviamente lo diceva in inglese e suonava pure meglio, ma accontentiamoci).
Questa frase, oltre ad avermi fatto sapere che nel mondo è esistito un tizio che si chiamava George Bernard Shaw, mi si è appiccicata perfettamente sulla pelle.
Fin da bambino ho amato i giochi di qualsiasi tipologia, ma soprattutto i giochi da tavola.
Amavo volare con la fantasia e immedesimarmi nell'ambientazione di tutti i giochi. Diventavo un palazzinaro che con una candela in mano passeggiava per le vie del Monopoli; mettevo la divisa e muovevo le mie armate verdi contro gli avversari nel tentativo di raggiungere l'obiettivo che il Risiko! mi assegnava; vestivo i panni dell'allenatore della Juventus alla ricerca degli schemi e dei movimenti migliori contro la squadra avversaria nel tappeto verde del Subbuteo.
Passando dai fantini del Totopoli alle azioni di Shark fino alle biciclette del Giro d'Italia ho avuto la fortuna di coinvolgere i compagni di scuola e giocare per anni.



Purtroppo in Italia manca quasi completamente la cultura ludica: mentre alcuni giochi di carte godono della giusta considerazione, i giochi da tavola vengono visti come giochi adatti solo ai bambini, in cui lo scopo è solo divertirsi e tutto è guidato dalla fortuna.
Questa mentalità ha eclissato giochi che godono nel resto del mondo della giusta pubblicità e considerazione. Giochi che sono tutt'altro che per bambini. Giochi in cui bisogna usare in maniera efficace la materia grigia per arrivare alla vittoria e il fattore aleatorio non esiste.
Per mia fortuna internet permette di andare oltre i confini mentali e le barriere architettoniche della pigrizia.
Per capire quanti giochi non conoscete potete guardare la classifica su BoardGameGeek con oltre 54000 recensioni di giochi suddivisi nelle varie categorie. Se non masticate l'inglese o siete patriottici potete buttare un occhio nell'italianissima TanaDeiGoblin.

Guardate, studiate e leggete. Prossimamente cercherò di incuriosirvi, gioco dopo gioco.

martedì 27 settembre 2011

Fuga nel Silenzio - 1 - La sorpresa



Il pomeriggio stava lasciando posto alla sera e a testimonianza di questo l'ombra dell'ulivo si allungava dalla finestra fino alla mia scrivania: una meridiana naturale che nel periodo autunnale mi segnalava quando potevo prendermi una pausa. In quelle settimane il lavoro era talmente esiguo che la pausa coincideva con la fine del lavoro stesso. Nonostante in casa ormai fossi rimasto solo e senza troppe distrazioni, non amavo dilungarmi troppo nel lavoro. Gli anni in cui rimanevo fin dopo la mezzanotte assorbito dal computer erano passati e ormai potevo gestire in maniera umana i miei orari. Staccare e dedicarmi a un buon romanzo era ormai diventata una droga, anche perché era l'unico modo per uscire, almeno con la fantasia, da quella che più che una casa era diventata la mia prigione.
Mi alzai e mi avvicinai alla vetrata per ammirare il sole che si nascondeva all'orizzonte dietro i rami dell'ulivo, un albero che aveva visto crescere tante cose attorno alle sue radici: cemento, odio, invidie e solitudine. Nonostante tutto sembrava indifferente e si mostrava baldanzoso a chiunque lo osservasse. Notai che la mia domestica stava stranamente rientrando verso casa mia: di solito a quell'ora faceva il contrario. La sua professionalità la rendeva quasi invisibile ai miei occhi e la sua precisione negli orari era perfetta ogni giorno. Ormai lei, oltre a me, era l'unica che calpestasse i pavimenti di quella casa troppo grande per una persona sola. Pensai che avesse dimenticato qualcosa e stesse rientrando a prenderla.
Non aveva dimenticato nulla.
Cercava me.
Aveva notato nella cassetta della posta una lettera per me. Una lettera senza francobollo. Una lettera che avrebbe cambiato il mio futuro!

domenica 25 settembre 2011

Giorgio Faletti: Da Bagnacavallo a Dio



Uno dei primi programmi televisivi di cui ho memoria è Drive In, l'innovativo contenitore ricco di musica e colori che incantava milioni di italiani di ogni età.
Uno dei comici che più mi stupiva già da allora per il suo eclettismo era Giorgio Faletti. Molti ricordano solo il personaggio di Vito Catozzo, la guardia giurata sgrammaticata di facile impatto per il pubblico; alcuni ricorderanno anche Suor Daliso delle "Piccole Madri Addolorate del Beato Albergo del Viandante e del Pellegrino"; ben pochi però ricorderanno anche Carlino (il bimbo di Passerano Marmorito), il Cabarettista Mascherato o l'anticonformista Testimone di Bagnacavallo. Tutti personaggi ben diversi l'uno dall'altro, a testimonianza di una spiccata versatilità.
La sua evoluzione mediatica è stata ricca di sorprese. Dopo aver proseguito la carriera di comico partecipando ad altre trasmissioni, Faletti sbuca anche nel panorama musicale in qualità di autore e interprete di canzoni ben lontane da Vito Catozzo, fino ad arrivare al Festival di Sanremo 1994 in cui sfiorò la vittoria con quella che probabilmente è la sua canzone più famosa: Signor Tenente.



Continua a stupire anche quando nel 2002 viene pubblicato il suo primo romanzo: Io Uccido a cui seguono: Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Pochi inutili nascondigli, Io sono Dio e l'ultimissimo Appunti di un venditore di donne (che ancora non ho letto).
In tutti i suoi libri si intravede facilmente l'intelligenza e la fantasia che per decenni l'hanno caratterizzato e allo stesso tempo si nota l'ispirazione ottenuta da autori come Grisham, King e Follett (solo per citarne alcuni).
Il piacere con cui le pagine scorrono e la storia si snoda fra i vari colpi di scena e le descrizioni del passato dei protagonisti è facilitata dall'Hollywood Style che sempre più viene usato da molti scrittori (Dan Brown ne è un maestro). I romanzi di questo tipo si distaccano dai grandi classici aiutando il lettore nella lettura di pagine ricche di dialoghi e ben poche descrizioni, libri pronti a essere facilmente trasposti  nella sceneggiatura di un film. Questo fa storcere il naso ai lettori tradizionalisti, ma allo stesso tempo ha (ri)avvicinato alla lettura persone che difficilmente avrebbero finito altri romanzi.

Nella mia personale classifica di gradimento dei suoi libri per ora all'ultimo posto si piazza Pochi inutili nascondigli: raccolta di racconti in stile noir fantasy dal retrogusto di Stephen King, che non ha mi ha appassionato in quasi nessuna delle sue storie.

Al penultimo posto si collocano ex aequo Io, Uccido e Niente di vero tranne gli occhi: vado forse controcorrente ritenendo che nei primi due romanzi Faletti non avesse ancora preso la mira giusta per la struttura dei suoi libri. Nel primo la tensione cattura il lettore per oltre metà della storia, andando alla ricerca dello psicopatico serial killer, poi ad un certo punto la trama deraglia, svelando con un colpo di scena l'identità dell'assassino a oltre 200 pagine dalla fine, rendendo noioso l'arrivo alla quarta di copertina; nel secondo romanzo l'assurda casualità di molti dei suoi eventi principali trascina la storia in qualcosa di troppo surreale, inoltre il finale lascia l'amaro in bocca dato che un buon poliziesco deve dare la possibilità al lettore di intuire l'assassino o il mistero prima che esso venga svelato. In questo romanzo invece ipotizzare chi fosse l'assassino era un'impresa a dir poco ardua.

Al secondo posto si piazza Fuori da un evidente destino. Romanzo in cui fin da subito si capisce che non si viaggia sui classici binari di un thriller, ma attraverso il presente e passato del protagonista, fino ad arrivare al suo evidente destino finale. Il tutto condito da un'ambientazione e da personaggi secondari che danno calore alle vicende narrate.

Al primo posto, ultimo arrivato fra le mie letture, si piazza Io sono Dio. Faletti in questa storia che parte da un passato non troppo lontano, riesce a trovare la giusta misura e i giusti tempi. Nonostante sia il romanzo più cinematografico, i personaggi non sono eccessivamente banali e la storia si dirama fino al colpo di scena finale (forse un po' scontato) in maniera scorrevole e priva di tempi morti o brusche frenate.

Ora sono curioso di leggere il suo ultimo romanzo, totalmente ambientato in Italia: Appunti di un venditore di donne. Chissà come si collocherà nella mia personale classifica.

domenica 18 settembre 2011

Inception



Recentemente ho avuto il piacere di guardarmi questo bellissimo film di Christopher Nolan, già apprezzato dal sottoscritto per film come Memento e The Prestige. Ho gradito diversi aspetti del film: innanzitutto gli effetti speciali che quasi obbligano a vedersi il film solo in HD per potersi gustare al meglio tutti i particolari e poter essere ancora più coinvolti; secondo aspetto è l'interpretazione degli attori, all'altezza dei personaggi complessi che hanno dovuto interpretare. Soprattutto Leonardo di Caprio si è calato perfettamente nella parte di Dom, il protagonista di questa assurda storia. Ennesima conferma di un attore che, film dopo film ha saputo far dimenticare l'interpretazione vista in Titanic.
La vera forza del film è però il soggetto; fin dalla prima scena sorgono domande che rimangono fin dopo la fine del film, creando centinaia di discussioni sul web sul significato della scena finale, della storia di Dom e di tutto il film in generale. Non voglio svelare altro per non rovinare le sorprese a chi ancora non l'ha visto e lo vorrà vedere. A chi ha giò visto il film chiedo invece: Secondo voi che è successo alla fine? Se pensate di aver capito tutto leggete qui oppure qua, giusto per farvi venire qualche dubbio.





giovedì 15 settembre 2011

FantaCalcio

In Italia, da alcuni lustri, verso fine Agosto milioni di italiani (prevalentemente uomini) si ritrovano in casa dell'amico più ospitale per partecipare a delle aste caotiche il cui scopo, non per niente banale, è quello di avere la miglior rosa di calciatori per la nuova stagione del Fantacalcio!
Questo gioco, portato al successo in Italia dalla Gazzetta dello Sport, ha rafforzato l'interesse di milioni di persone nei confronti della Serie A. Persone che, come il sottoscritto, avrebbero facilmente smesso di seguire un calcio fatto sempre più di scandali, scommesse e chiacchiere.



L'asta iniziale del Fantacalcio è quindi diventata un vero momento topico dell'anno: un gioco nel gioco. Riuscire ad acquistare i calciatori migliori sbaragliando le controfferte avversarie regala soddisfazioni indescrivibili che prescindono dal risultato finale del FantaCampionato. Un po' come da bambini quando si litigava per ottenere i pezzi migliori delle costruzioni per realizzare l'aereo più bello; se poi era il primo a distruggersi poco importava.
Anche nel Fantacalcio si deve sperare che la bella rosa non si distrugga dopo poche giornate.



La preparazione dell'asta è un lavoro strategico che può durare anche qualche giorno. Studiare i nuovi acquisti, valutare i calciatori delle squadre neopromosse dalla Serie B diventa un impegno delicato.
A volte tutto quanto viene vanificato in quanto è tipico ritrovarsi il giorno dell'asta a dover puntualizzare per l'ennesima volta tutte le varie regole e le eventuali novità, sgolandosi e ritrovandosi a bere una birra dietro l'altra. Quando poi si trova un armistizio e inizia l'asta, metà dei FantaAllenatori non è completamente lucida e calciatori sconosciuti vengono acquistati solo per far dispetto agli altri contendenti.

E se da ragazzi ci si arrangiava con quaderni e calcolatrici, evolvendosi poi con fogli Excel sempre più complessi, oggi vari siti internet si prestano ad ospitare la "lega" di migliaia di FantaAllenatori: http://www.fantagazzetta.com ritengo sia uno dei migliori.
Vedremo se quest'anno la mia squadra (Atletico Panzerotto) si piazzerà a premi.