domenica 17 giugno 2012

Umberto Eco

Da tempo volevo dedicare un post ai romanzi di Umberto Eco. Riassumere le sue opere e il suo genio in un unico post però mi ha sempre intimidito. Inoltre la sua fama, a ormai 80 anni, non ha bisogno di essere ulteriormente pubblicizzata da un blog semi-demenziale come il mio, anzi, potrei quasi infangarne l'immagine parlandone bene. Ci provo comunque.



Umberto Eco è uno dei più affascinanti scrittori di cui io abbia mai letto qualcosa. Ciò che lo rende il mio autore preferito è il background culturale e il grande impegno nella cura dei particolari che dedica ai suoi scritti.
Da "Il Nome della Rosa" a "Il Cimitero di Praga" ogni sua opera è intrisa di storia, rivisitazioni storiche e cultura. Ambientati in epoche diverse, dal Medioevo ai giorni nostri, le sue opere sono dei veri e propri trattati di storia in cui si ritrovano i suoi protagonisti. Forse proprio questo rende la lettura in parte complessa e poco scorrevole. 
Fin da bambino ho sentito la tipica frase: "Eco o lo si odia o lo si ama". Effettivamente non si può commentare un romanzo di Eco con aggettivi banali. Apprezzo di più chi mi dice che lo ritiene "pesante" e che non ama romanzi complessi rispetto a chi chi lo reputa un autore pieno di sé, pronto a sfoggiare la sua cultura in ogni pagina. 
La vera differenza fra un romanzo di Eco e quello di altri autori storici è enorme: Eco inserisce una storia inventata in un'epoca storica, gli altri inseriscono un po' storia nei loro romanzi. Questo ovviamente non significa che lui sia meglio degli altri, ma sicuramente riamane meno commerciale e più raffinato nella sua scrittura.

A chiunque stia leggendo questo post non avendo mai letto un suo romanzo consiglio di iniziare da "Baudolino". Questo romanzo è a mio parere quello relativamente più semplice e scorrevole. Ambientato nel periodo a cavallo tra il 1300 e il 1400, il libro racconta la storia di Baudolino, dalla sua infanzia alla sua vecchiaia, e di tutte le sue avventure. Ovviamente anche Baudolino è inserito in un'epoca storica ben definita: da Federico I (Barbarossa) ai Templari passando per la leggenda del regno del Prete Gianni.

Il libro che consiglio di evitare, soprattutto se è il primo di Eco che vi capita fra le mani, è "L'isola del giorno prima". 
Questo romanzo è di sicuro il più ricco di filosofia e psicologia e le vicende narrate sono spesso statiche, quasi noiose per chi è abituato ai moderni thriller. Il protagonista è un naufrago che si ritrova nella strana situazione di essere bloccato in una "nave deserta" nei pressi delle isole Salomone. Fra i flash-back che riportano al passato del protagonista e i tentativi di salvarsi dalla nave, il romanzo si snoda spesso in riflessioni filosofiche e psicologiche dettate dalla mente sempre più disturbata del protagonista e resoconti marinari ricchi di dettagli non banali. A mio parere il suo romanzo meno riuscito.

Completamente diversa la mia opinione su "Il pendolo di Foucault": un romanzo a dir poco geniale. Uno dei pochi ambientato nei giorni nostri ma in cui si parla spesso di Medioevo. Eco, attraverso i protagonisti di questo romanzo, descrive infatti le assurdità di molte società segrete (dai templari ai cabalisti) che sono nate dal Medioevo a oggi, vittime della continua ricerca di disegni prestabiliti e complotti. Il romanzo, particolarmente attuale, sbeffeggia involontariamente tantissimi autori e romanzieri nati successivamente. Il più colpito è il noto Dan Brown che Umberto Eco ha così definito: "Dan Brown è uno dei personaggi del mio romanzo Il pendolo di Foucault, in cui si parla di gente che incomincia a credere nel ciarpame occultista... ...Dan Brown è una delle mie creature."
Se qualcuno ha lo stomaco più forte e vuole iniziare a interessarsi a Eco partendo da questo romanzo avrà tutta la mia stima. 

Sicuramente "Il nome della rosa" rimane uno dei suoi migliori romanzi, nonché il più famoso, l'unico da cui è stato tratto un film finora. 
Un giallo deduttivo ambientato nel Medioevo in cui i suoi protagonisti riprendono molto da vicino Sherlock Holmes e il suo compare Watson, ma più in generale tutti i progenitori della scienza deduttiva, sicuramente ben poco sfruttata nel periodo in cui è ambientato il romanzo.
La vicenda è ambientata all'interno di un monastero benedettino in cui una serie di misteriosi morti avvolge di paura e tensione la normale vita dei frati che lo popolano. I protagonisti dopo una lunga serie di colpi di scena riusciranno, nei sette giorni in cui si svolge la storia, a scoprire in un finale infuocato l'incredibile autore degli omicidi e il suo movente.
La sua similitudine a romanzi più commerciali non lo rende il mio preferito, ma è di sicuro un romanzo che consiglio a tutti.

"La misteriosa fiamma della regina Loana" è sicuramente il suo romanzo più particolare. Romanzo illustrato suddiviso in tre parti ben distinte. La storia si snoda attraverso la mente del protagonista: dalla confusione, alla ricerca, per arrivare infine alla totale fantasia. La storia infatti è incentrata sulla perdita della memoria del protagonista che lo porta a mischiare tutti le nozioni apprese durante gli studi. La seconda parte è così un inseguimento dei propri ricordi attraverso i propri libri, diari, dischi e quaderni che lo riportano nel periodo fascista in cui è cresciuto, fino ad arrivare al suo passato più recente. Insieme a Baudolino è uno dei romanzi più semplici da leggere, soprattutto nella sua prima parte, dove spesso la confusione del protagonista regala scene di involontaria ironia.

L'ultimo libro: "Il Cimitero di Praga", ci regala un vero e proprio romanzo storico ambientato nel XIX secolo in cui, a parte il  protagonista, tutti i personaggi sono realmente esistiti. La carriera di falsario del protagonista gli permetterà infatti di far parte di numerose vicende misteriose tipiche di quell'epoca ricca di sotterfugi, attentati e rivoluzioni.
La totale e fedele rievocazione di fatti realmente accaduti è forse il freno a una narrazione scorrevole. Il romanzo stenta così a catturare totalmente il lettore rendendo non facile la lettura.

Sono ben conscio che Umberto Eco è molto più di un semplice romanziere: i suoi esercizi di stile, i suoi saggi di semiotica e filosofia e i suoi articoli sono di quantità enormemente superiore ai suoi romanzi anche se, nonostante tutto, molti ricordano solamente il famoso articolo: "Fenomenologia di Mike Bongiorno".





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