venerdì 31 gennaio 2014

Sento di sognare ad occhi aperti

La vita è fatta di sogni, realtà e sensazioni.
Sono tre cose ben distinte, scisse fra loro, che si intersecano con pesi specifici molto diversi.

Su cosa siano i sogni c'è ben poco da dire. Non parlo di quelli notturni, in quella bellissima fase R.E.M. in cui gli occhi si muovono all'impazzata e (a quanto dice mia moglie) a volte anche gambe e braccia in preda a momenti di semi-sonnambulismo. Parlo dei sogni ad occhi aperti che si iniziano da bambini e si continuano da ragazzi e da adulti. Nonostante si cresca, i sogni spesso rimangono molto simili. Sognare di diventare ricchi sfondati, famosi o immortali può essere comune a molti: soprattutto a chi non è ricco, famoso o immortale.

La realtà è ciò che sembra sempre più triste di quel che poi è. Ciò succede perché ci si ricorda più facilmente delle brutte esperienze che dei bei momenti. Questo, sommato ad una routine lavorativa spesso molto noiosa, la rende un peso per chi si sente rinchiuso in un mondo che non gli appartiene e vede sprecato il suo talento, le sue idee, i suoi sogni appunto.

Ci sono poi le sensazioni. Momenti brevi che possono condizionare qualche minuto, qualche ora o qualche giorno. A volte sembrano pillole di preveggenza, forse sono elaborazioni probabilistiche che il nostro cervello ci mostra proiettandoci in un potenziale futuro prossimo. Magari proprio queste sensazioni sono il filo che lega la realtà ai sogni. Sono quei piccoli momenti ben immortalati ne "I sogni segreti di Walter Mitty". Proprio come avviene nel film, ciò che ci sembra più triste, la realtà, può regalarci invece le più grandi avventure, i migliori entusiasmi. L'unico sforzo che dobbiamo fare è goderci la realtà e non viverla col distacco di chi la sente lontana. Facciamo sì che la realtà sia il nostro teatro e noi i protagonisti.
Un altro buon film che può aiutare questo percorso, soprattutto nella sua morale finale, è il bellissimo "Questione di tempo". Se non li avete ancora visti, ve li consiglio entrambi. Poi ritornate su questo blog, rileggete questo post e rifletteteci un poco. Buona visione.









venerdì 10 gennaio 2014

Williams batte J.Fox

Nell'autunno dell'anno appena passato io e la mia dolce metà aspettavamo con ansia l'avvio di due nuove serie TV: The Michael J. Fox Show e The Crazy Ones. Come si intuisce dal titolo, la prima è capeggiata dal sempre giovane Michael J. Fox, mentre la seconda vede come protagonista principale Robin Williams.



Due attori molto amati da giovani e meno giovani, ma soprattutto da noi!
Ci aspettavamo due serie brillanti: per entrambi gli attori era un ritorno particolare.

Micheal J. Fox dopo il grande successo di Casa Keaton e Spin City voleva tornare, nonostante la malattia che ha segnato la sua vita, con una serie dello stesso spessore. Purtroppo non è andata così. La serie non è né brutta né trash, però è troppo semplice. Racconta in chiave ironica la vita di una tipica famiglia borghese di New York, non riuscendo però a innescare quasi mai una bella risata. Una di quelle serie che ti fa sorridere ma nulla di più, lasciandoti lievemente insoddisfatto alla fine di ogni puntata. Non sono così esperto da capire se il problema nasca dalla sceneggiatura, dagli attori, dal tema trattato (semplici dinamiche familiari potevano andare bene negli anni '80, ora sono un po' abusate e obsolete) o da un insieme di queste cose. Personalmente non amo neanche l'uso del falso documentario, un po' copiato da Modern Family; lo trovo poco originale e non efficace per le vicende narrate.

Robin Williams dopo oltre tre decadi decide di tornare protagonista di una serie TV. Tanti della mia generazione sono rimasti legati al personaggio di Mork, lo stralunato alieno che arrivava con un uovo da Ork, che lo lanciò al grande pubblico, avviandolo ad una carriera ricca di film e successi.
Questa nuova serie lo vede titolare di un'agenzia pubblicitaria in cui il suo lato istrionico prevale su qualsiasi altra cosa. Williams è ben accompagnato da attori capaci di stare al passo di un genio come lui senza sfigurare, tra cui una sempre più credibile Sarah Michelle Gellar.
Le risate non mancano, anche se sembra mancare un forte filo conduttore. Le puntate sono un po' troppo fini a se stesse, ma per una comedy non è un grosso danno. Apprezzo molto soprattutto la scelta di mostrare, alla fine di ogni puntata, le "papere" degli attori durante le riprese e, soprattutto, le improvvisazioni di Robin Williams.
Purtroppo pare che entrambe le serie negli USA, a causa degli ascolti bassissimi, rischino di essere cancellate dopo una sola stagione. Spero non succeda ma, se devo salvarne una, mi auguro vinca Williams.


giovedì 2 gennaio 2014

La Nuova Frontiera delle Stampanti 3D

Come promesso nel mio ultimo post, provo a scrivere un po' di più. E quale miglior modo di mantenere una promessa se non mantenendone un'altra?
Proprio mentre nella TV di fronte a me, su History Channel, si parla dell'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, vi scrivo di un libro che ci racconta come la stampa abbia acquistato una nuova dimensione: "La Nuova Frontiere delle Stampanti 3D".

Qualche settimana fa, sono venuto a conoscenza di questo piccolo libro messo a disposizione gratuita dalla ZOO3D in cambio di una recensione. 
Oltre ad aver gradito questo moderno sistema di scambio che bypassa la vile moneta, ho apprezzato questo breve ma intenso viaggio verso l'evoluzione della ricerca e produzione delle stampanti 3D. 

I continui e veloci sviluppi tecnologici sono sotto gli occhi di tutti, ma pochi sanno cosa è possibile stampare e come farlo. Tramite polimeri plastici si crea già di tutto: scarpe, giocattoli, soprammobili. Ma la fantasia sta diventando il solo limite; si sta infatti cercando di applicare la stessa tecnologia sia in campo culinario  che in campo biomedico, andando a ricreare veri e propri organi. 

L'autrice Marina Dimattia ci descrive quindi quello che potrebbe essere l'inizio di una nuova rivoluzione tecnologica, così come lo è stata quella di Gutenberg.