lunedì 5 dicembre 2016

Si o No?

Questo referendum costituzionale mi lascia tanti dubbi e, come sempre, ben poche certezze. 
Da un lato c'è un ritorno alle urne del popolo, cosa buona a mio modo di vedere; dall'altro c'è il motivo che ha spinto il popolo a recarsi alle urne.

Ha influito aver votato a Dicembre e non nel classico periodo in cui tanti italiani preferiscono stare in spiaggia e lasciar decidere gli altri, però ciò che ho letto e sentito mi dà la certezza che la cultura italiana (almeno quella politica) sia ridotta veramente male.
Se il premier non avesse promesso di dimettersi e avesse portato avanti una campagna per il "Sì" sul tema della riforma, forse ci saremo ritrovati metà delle persone a votare e anche risultati diversi.
Invece si è parlato poco di ciò che si stava veramente votando, una riforma complessa e ricca di punti più o meno condivisibili, senza scendere nel merito e provare a spiegarla ai cittadini in modo efficace. 
Le forze politiche hanno preferito duellare sui possibili significati politici e le eventuali conseguenze:
- Se vince il NO mi dimetto
- Cacciamo Renzi
- La nostra costituzione va cambiata
- La nostra costituzione è sacra
- Rimarremo fermi altri 20 anni

Il popolo ovviamente ha seguito l'esempio e ha dibattuto ovunque su questi temi, aggiungendo al massimo le uniche due cose più o meno chiare che avevano in mente:
- Vanno via i senatori
- Va via il CNEL

Da amante dei giochi da tavolo mi è sembrato di rivivere quelle tipiche situazioni in cui ci si ritrova con persone che preferiscono giocare contro o a favore di qualcun'altro, anche se ciò non comporta alcun beneficio per loro stessi; sapendo di non poter vincere si divertono di più a favorire o danneggiare qualcun'altro, diventando i cosiddetti "King Makers". 

Per questo motivo, anche se ho votato come la maggioranza, non mi sento tanto vincente. 



mercoledì 11 maggio 2016

Elio e Le Storie Tese in Palalottomatica

Dopo quasi due anni dall'ultimo concerto, la distanza con Elio e le Storie Tese si riduce nuovamente ai minimi termini. Ho infatti avuto il piacere di assistere alla tappa romana del loro ultimo tour "Piccoli Energumeni".



Le aspettative erano tante e, come sempre, non sono rimasto deluso. Dopo aver trovato posto a due passi dal palco mi metto comodo in attesa del più bel concerto che abbia mai visto, ma solo perché mi sono perso tutti quelli dei Pink Floyd.



Già dall'allestimento del palco si intuisce che sarà molto più di un concerto. Si inizia infatti con un video che ci mostra un piccolo assaggio di quello che sarà il primo film documentario dedicato al simpatico complessino: Filmini.

Distratti dalle immagini quasi non ci accorgiamo dell'arrivo del gruppo sul palco. Si parte subito con un loro classico.


Bravi, l'avete capito dalla foto. Si parla di "Servi della gleba".

Elio presenta velocemente il gruppo, facendoci notare l'assenza di Rocco Tanica e, in sua sostituzione, la presenza di Vittorio "Carmelo" Cosma.
Si prosegue subito con una delle mie canzoni preferite: "Burattino senza fichi", seguita da una bella rivisitazione di "Mio cuggino" al cui interno la bravissima Paola Folli ci dimostra il suo talento, come se ce ne fosse ancora bisogno, con una particolare versione della sigla di "Heidi".


Neanche il tempo per rifiatare che si passa alla canzone successiva.



Esatto, avete capito anche questa solo guardando la foto. Siete fortissimi. Un'altra delle mie canzoni preferite: "Essere donna oggi". Tutte le esibizioni sono accompagnate dalle immagini dei tre mega schermi alle loro spalle che riproducono dei video in parte inediti. Dal mio posto quasi mi distraggono dalle canzoni, ma intuisco che per chi si trova nel terzo anello sono un'ottima trovata.

Dopo un inizio totalmente anni '90 si arriva ai giorni nostri; ci viene proposta una canzone tratta dal loro ultimo album, Figgatta de Blanc: "Ritmo sbilenco".

Si rimane nel terzo millennio con un must dei loro ultimi concerti: "Parco Sempione". Proprio durante questa esibizione mi accorgo che non è ancora apparso sul palco l'artista "a sè" Mangoni.

Nella canzone successiva vengo accontentato.


Si stava infatti preparando per un'intensa interpretazione di "Super Giovane".


Il concerto arriva alla prima svolta. Elio infatti ci annuncia che avremmo iniziato a ballare con le canzoni successive. Si parte subito forte con un'altra delle mie canzoni preferite: "El Pube". Sì lo so, ho tante canzoni preferite.

Poi a sorpresa il batterista svizzero Christian Meyer scende dal suo trono di piatti e conquista il centro del palco cacciando i suoi colleghi e rivelandoci la sua doppia vita.


Suonando una batteria elettronica ci trasporta nella sua "Discoteca Svizzera".


Oltre alla sorpresa musicale ci gustiamo anche un bellissimo balletto di Mangoni e il suo inaspettato corpo di ballo.


Il gruppo rientra e si continua a ballare con un altro must: "Pippero".


La parte dance continua alternando nuove e vecchie canzoni: "Vacanza alternativa", "Discomusic", "China disco bar" e "Born to be Abramo" dove Elio ci chiama all'appello facendoci alzare per ballare con Mangoni e le sue ballerine.

Finita la parte dance si passa al Rock. Ovviamente si inizia con "Il Rock and roll".


Come sempre il rock prende vita e si incarna in Elvis Mangoni.

Quando si parla di rock non possono mancare le classiche "John Holmes (una vita per il cinema)" e "Cassonetto differenziato". Nell'ultimo album il rock è ben rappresentato da "Il Rock della Tangenziale" e "Il primo giorno di scuola" che il gruppo ci ripropone con un Angus MYuongoni immortalato mentre ci delizia con le sue dolci movenze.


Si prosegue con un altra hit storica: "Uomini col borsello (ragazza che limoni sola)" per arrivare alla sorpresa parzialmente annunciata. Entra infatti il nuovo vincitore del concorso per sostituire Rocco Tanica. Si tratta del "giovanissimo" Sergio.

Si riparte da "Plafone" ed è subito pelle d'oca.

Il giovane Sergio si dimostra in gamba oltre che somigliantissimo a Rocco Tanica. Ci svela poi di avere un rapporto particolare con Carmelo con cui canta una particolare versione di "O mia bela madunina".

Si passa poi a "T.V.U.M.D.B." e al suo immancabile peperone.


Il giovane Sergio-Rocco ci regala una delle sue ultime creazioni: l'internazionale "She wants", accompagnato da un fantastico trio, allegro e pieno di brio.


Si ritorna di nuovo indietro nel tempo e riappare il più bel boschetto della storia musicale italiana: "Il vitello dai piedi di balsa" con "Il vitello dai piedi di balsa reprise".


Nell'ultimo concerto (speriamo di no) di Rocco Tanica non poteva mancare forse la sua canzone più famosa: "Shpalman".


E poi, all'improvviso, ci salutano spegnendo le luci del palco. Non tardano ad arrivare le urla del pubblico per un loro rientro. Ed effettivamente rientra qualcuno: Mangoni.


I suoi virtuosismi vocali danno il tempo alla band di riprendere fiato e tornare più carichi di prima, pronti ad un bellissimo... duetto. Elio e Rocco ci regalano infatti "Cara ti amo (risvolti psicologici fra giovani uomini e giovani donne)".


Rocco ci saluta commosso e si capisce che siamo in chiusura, anche se loro non se ne accorgono; infatti dopo quasi tre ore di concerto cantano e suonano come se fossero freschi e riposati la geniale "Complesso del primo maggio".



In questo concerto ricco di sorprese non poteva mancare il doppio saluto. A sorpresa infatti il complesso sparisce nuovamente dal palco per riapparire dopo pochi minuti e regalarci la buonanotte con la classica chiusura: "Tapparella".



Un concerto ricco ed entusiasmante con molte chicche che volutamente non vi ho voluto anticipare. Il consiglio ovviamente è quello di andare a guardarvi una delle prossime tappe del tour. Se le mie foto non vi sono bastate gustatevi anche queste.



martedì 19 aprile 2016

Modena Play 2016

Anche quest'anno abbiamo avuto la felice idea di recarci a Modena per la manifestazione Play.
Dopo la bella esperienza dell'anno scorso eravamo anche più consci di cosa avremmo trovato. Con lo stesso gruppo (io, Antonella, Emilio e Annalisa) e gli stessi orari siamo partiti la mattina di sabato 2 Aprile. Verso le 13:30 siamo arrivati alla fiera e, dopo un veloce tour nei padiglioni e un pranzo al sacco saggiamente preparato da casa, abbiamo iniziato il nostro viaggio esplorativo. Il buon Emilio aveva preparato una wish-list che ci ha guidato tra i vari stand.

Partiamo da una versione gigante di Dr. Eureka: un simpatico filler pensato per i più piccoli ma molto divertente anche per gli adulti. Abilità manuale, colpo d'occhio e velocità di ragionamento sono i punti cardine del gioco. Chi per primo riesce a ricreare le combinazioni indicate in una carta pescata a caso ha la meglio sugli altri.

Ci spostiamo verso lo stand della dV Giochi dove troviamo disponibile Yeti: un simpatico gioco prevalentemente tattico. A turno si lanciano i dadi speciali che ci obbligano a scegliere come gestire i risultati nel tentativo di raggiungere per primi l'abominevole uomo delle nevi. Il gioco ci piace, tant'è che il giorno dopo io e Antonella decidiamo di acquistarlo per regalarlo a nostro nipote.

Ci spostiamo verso un tavolo in cui troviamo tre ragazzi ultimare una partita a Insoliti Sospetti. Il gioco è un cooperativo dai 3 ai 18 giocatori, quindi approfittando dell'ospitalità facciamo una prima partita in 7. Il gioco è veloce e simpatico, decidiamo così di fare altre due partite con altri due ragazzi che, passando di lì, ci hanno chiesto a loro volta ospitalità. Anche questo gioco, molto adatto alle nostre comitive, è entrato nel bustone degli acquisti del giorno dopo.

Uno dei giochi più cercati da Emilio è Celestia, che si rivela un gioco di bluff e deduzione molto gradevole. Un'altra coppia chiede di unirsi a noi e, dato che il gioco regge fino a sei partecipanti, non abbiamo nulla in contrario. A turno i giocatori rivestono il ruolo di capitano di una nave volante che deve lanciare dei dadi e, col beneficio del dubbio, dichiarare di possedere (o no) fra le proprie carte i simboli apparsi nei dadi: chi non ci crede "abbandona la nave". Se il capitano possiede effettivamente le carte la nave procede e il ruolo di capitano passa al giocatore successivo. Chi riesce a scendere nei momenti giusti raccoglierà più punti ottenendo la vittoria finale. Il gioco è molto simpatico, ci cattura e ci fa venire voglia di rigiocarlo. Lo avremmo anche comprato, ma non era incluso nelle "offerte" migliori della fiera.

Dopo la bella esperienza precedente ci ritroviamo fra le mani il veloce e caciarone Gallina City: un gioco molto dinamico, anche se forse non adatto ad essere giocato in una fiera chiassosa. Si deve infatti cercare di descrivere nel miglior modo possibile, in contemporanea con gli altri giocatori, i buffi animali raffigurati nelle carte tenute in mano, alla ricerca della carta gemella.

Verso la fine della serata ci fermiamo a giocare qualche turno di Epic Resort, un titolo uscito l'anno scorso ma mai provato da nessuno di noi quattro. Il gioco ha un'ambientazione particolare: un resort hawaiano fantasy in cui ospitare turisti anche del calibro di chierici e guerrieri. Bisogna fare attenzione ai mostri che però tentano di saccheggiare i nostri edifici. Un particolare deck-builder che meriterebbe di essere rigiocato.

Prima di avviarci al nostro caro albergo chiudiamo con Pozioni Esplosive. Ne avevo sentito molto parlare, purtroppo però la meccanica di cattura delle biglie per cercare di scatenare le reazioni esplosive si rivela meno intrecciata di come speravo. Dato che il gioco si basa fondamentalmente su quello, non riesco ad appassionarmici.


Andiamo via dalla fiera e in breve tempo raggiungiamo l'albergo in cui, oltre ai comodi letti, ci godiamo un'ottima cena.


La mattina, dopo una breve colazione, salutiamo l'albergo e corriamo verso la fiera, consci di trovare molta più folla rispetto al giorno prima. Intenzionati a fare acquisti sfruttando alcune delle offerte delle varie case editrici, proviamo un gioco di cui Antonella aveva sentito parlare molto bene: Tides of Time. Un gioco composto da... 18 carte, ma molto più profondo di quanto ci si possa immaginare. Una sfida uno contro uno che ci convince e infatti rientra fra i nostri acquisti.

Quest'anno alla fiera era allestita anche un'area dedicata ai giochi "europei" in cui cerchiamo qualche titolo interessante. I colori e la plancia di Gum Gum Machine ci catturano e ci avventuriamo in questo simpatico gioco da "ingegneri", in cui la memoria e la logica degli intrecciati ingranaggi della plancia mettono alla prova le nostre sinapsi. Chi riesce a creare i chewing gum più variegati ha la meglio.

Lì vicino ci imbattiamo in un gioco il cui nome non mi è nuovo: Black Hat. Conoscevo la sua ambientazione legata al mondo degli hacker, ma non conoscevo le sue meccaniche, che scopro con piacere essere quelle di un intrecciato gioco di carte. Una bella esperienza per un gioco che vorrei riprovare. Tra l'altro uno dei suoi autori, lì presente, ci chiede di fare un breve video per promuovere il gioco agli editori italiani. Vista la mia presenza temo che il gioco non verrà mai italianizzato.

In attesa delle varie estrazioni delle lotterie a cui più o meno volontariamente avevamo partecipato, andiamo a ripescare un vecchio gioco: Jamaica. Particolare corsa di navi pirata in cerca del maggior bottino. Leggero e avvincente. Purtroppo sono l'unico a cui è piaciuto.

L'anno scorso abbiamo cercato inutilmente di giocare ad Abraca...boh. Quest'anno, grazie all'immensa ludoteca della Tana dei Goblin, riusciamo a provarlo. Un bel gioco di logica e deduzione che ci vede lanciare incantesimi che... forse abbiamo a disposizione. Infatti ogni giocatore non vede gli incantesimi che ha di fronte, ma solo quelli degli avversari e, di conseguenza, deve dedurne i propri. Purtroppo l'estrazione di un'inutile (e taroccata) lotteria ci fa interrompere prima della fine la partita.

Chiudiamo praticamente la serata fra acquisti ed estrazioni di premi (in cui ovviamente non vinciamo nulla), quando ad un certo punto vedo libero il tavolo di Flick 'em up!
Ritorno bambino per venti minuti calandomi in questa sfida a colpi di dito dove al posto dei soldatini mi ritrovo dei buffi cow-boy che cercano di tenersi in piedi e buttar giù gli avversari.

Finisce così la nostra avventura. Molto più intensa e piacevole della scorsa volta. L'esperienza e la miglior organizzazione degli stand ci hanno permesso di muoverci meglio fra i tavoli e limitare i tempi di attesa per i giochi, soprattutto il sabato. Siamo riusciti a provare e scoprire molte novità. Fra gli acquisti, oltre quelli già citati, arrivano a casa nostra anche: Spyfall, Una notte da lupi e Android Netrunner  (ricevuto in regalo da Antonella).
Andiamo via contenti e convinti che questa non è stata l'ultima nostra visita alla fiera.

martedì 16 febbraio 2016

Lifewalk

Nell'autunno del 2007 mi trasferii a Roma per lavoro. Non conoscevo nessuno, a parte la mia attuale moglie. Le mie prime conoscenze furono i miei colleghi. Ho così iniziato a frequentarli anche aldilà delle ore di lavoro creando dei bei rapporti con molti di loro. Negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di ampliare enormemente il ventaglio di amicizie anche al di fuori dal contesto lavorativo. 
Tra le numerose persone che ho avuto il piacere di conoscere c'è Luca Mazzillo. Nonostante tante siano le differenze fra me e lui, ci uniscono alcune passioni comuni. Una di queste è la passione per la musica e, in particolar modo, per il pianoforte. 
Sabato 13 Febbraio ho avuto l'onore di partecipare ad un House Concert in cui ha presentato il suo primo album di pianoforte solo costituito da inediti composti e suonati da lui.
Il racconto che ha accompagnato i vari brani mi ha permesso di scoprire un lato della vita di Luca a me del tutto ignoto e mi ha fatto riflettere su come la vita di ognuno di noi possa evolversi e ritornare ciclicamente sulle proprie passioni.
Mentre nella mia adolescenza ci sono stati romanzi gialli, televisione e giochi da tavolo con gli amici, Luca, alla fine degli anni '80, quando Tim Berners-Lee stava per proporre un progetto sul WWW, iniziò a comporre alcuni suoi pezzi originali.  
E se qualcuno ha il suo romanzo nel cassetto, lui aveva i suoi spartiti. E nel cassetto sono rimasti per tanti lustri fino a quando Luca non è andato al cinema per guardare Intouchables. Ascoltando il brano Fly, di Ludovico Einaudi, quella fiamma, mai sopita, è divampata nuovamente, portandolo in pochi anni a realizzare la sua opera prima: Lifewalk.



Un percorso di tredici brani, sapientemente raccolti fra i tanti realizzati da lui e alcuni dei suoi amici, che ci accompagna in una girandola di emozioni e momenti della sua vita. Momenti della sua vita trasformati in musica. Un modo diverso per conoscere una persona e immaginare i suoi pensieri.
In questi giorni approfitto così della disponibilità su Spotify per ascoltarlo e rilassarmi fra le mie solite sinapsi algoritmiche.